Siamo già in guerra. Anche se viviamo in "pace". Una guerra continua condotta sulla pelle delle popolazioni. Sul 99%. Sulla gente comune che è ormai carne da macello per i potenti. E non si tratta solo dell'umanità, ma della vita stessa - il pianeta è ridotto a mera risorsa per costruire imperi di fantasia. Le disuguaglianze e i cambiamenti climatici continuano a colpire le popolazioni, ma l'1% "che sta facendo la guerra" sta vincendo.
Mentre inondazioni, neve e fuoco si susseguono, lo champagne scorre a fiumi e si festeggiano gli ordinativi di materiale bellico. Questa industria da duemila miliardi di dollari non si accontenta dei suoi macabri profitti netti e alimenta bellicismo grazie alle sue strette interconnessioni con la gestione dei media.
Le guerre, così, vengono costruite, provocate - "sono prodotte dal collasso delle società civili, vengono perpetuate dalla paura, dall'avidità e dalla paranoia, e sono condotte da criminali che provengono proprio dal cuore delle loro stesse società e che utilizzano l'intimidazione nei confronti di tutti, compresi quelli che affermano di voler proteggere".
Un approccio riformista non è più praticabile e - come è sempre stato - la popolazione deve mobilitarsi e lanciare l'appello a smettere di sostenere la guerra!
Noi, quindi, chiediamo che:
- I movimenti progressisti tengano conto nelle loro lotte del complesso militare-industriale e si mobilitino attivamente contro la militarizzazione
- La società civile si organizzi proattivamente per la pace, chiedendo:
la chiusura delle basi militari all'estero e l'espulsione delle truppe straniere da tutte le nazioni - tornate dai vostri cari!
il disinvestimento dei finanziamenti pubblici e dei fondi privati dall'industria delle armi - nessun profitto sul sangue!
lo sciopero, per colpire le aziende produttrici di armi, i fornitori di logistica, le compagnie di navigazione e così via - ¡No pasarán!
trasparenza sull'industria delle armi, i suoi lobbisti e i suoi sostenitori,
la fine della partecipazione alle alleanze militari in tutto il mondo - queste organizzazioni sovranazionali non sono soggette al controllo democratico e favoriscono solo bellicismi. NATO/CSTO/CSDP non sono garanzia di sicurezza!
l'eliminazione delle armi di distruzione di massa!
Fare avanzare le alternative al conflitto incentrate sulla pace, insistere sulla gestione dei conflitti con metodi non violenti e creare una cultura della pace. Sicurezza comune senza spargimento di sangue!
Richiamare l'attenzione sulla necessità di porre fine ai discorsi d'odio in qualsiasi forma, così come alle forme collettive di sanzioni che colpiscono le popolazioni.
- I nostri rappresentanti eletti devono essere consapevoli di dover considerare il senso di lealtà verso l'umanità e, tra le altre cose, cominciare a
Mettere al centro, come parte delle politiche pubbliche, la non-violenza e cancellare la spesa militare spostando le risorse pubbliche verso settori nei quali vi è effettivo bisogno di investimento per realizzare, ad esempio, trasporto pubblico gratuito, sanità gratuita e universale, produzione di energie rinnovabili a livello locale.
Sollecitare la firma e la ratifica di tutti gli strumenti di diritto internazionale che promuovono i diritti universali, l'ulteriore smilitarizzazione e l'eliminazione delle armi di distruzione di massa
Porre fine alle politiche di sanzioni generalizzate che - come la storia ha dimostrato - colpiscono le popolazioni e i diritti umani. I misfatti dei leader non devono ricadere sulle popolazioni.
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